Quando si parla di soldi e sesso, la gente si mette subito sulla difensiva. Qualcuno dice che non si può ridurre tutto a cifre, qualcun altro fa calcoli assurdi come se fosse un Excel con colonne tipo “cena fuori”, “preservativi”, “regali anniversario” e poi alla fine ti spara che costa meno andare con una escort due volte al mese.
Io ci ho provato davvero a fare i conti una volta. Avevo aperto il blocco note sul telefono e scritto: 60 euro pizza+birre+Uber, 25 euro cinema, 40 euro regalo di compleanno, 200 euro weekend a Bologna (Bologna! mica New York). In tre mesi avevo segnato qualcosa come 600 euro, senza considerare il tempo, i messaggi, la fatica mentale di rispondere a “tutto bene?” anche quando NON va bene.
Con una escort che conoscevo, cioè non conoscevo davvero ma avevo il numero, erano 150 euro l’ora. Stop. Nessuna rottura, nessun “ma domani ci sentiamo?”. Solo che… non era proprio stop, non era così semplice.
Indice:
La bugia dei prezzi fissi
Il problema è che pensi di pagare una cifra e invece paghi altro. Non sto parlando solo di mance o di “doppio giro”, sto parlando del fatto che dopo non riesci a non pensarci. Tipo che la volta che ho speso 200 euro (mi vergogno ancora a scriverlo), il giorno dopo ero convinto che avrei smesso per mesi. Due settimane dopo ero lì a scrivere il messaggio “ci sei oggi?”. Quindi il costo non è solo economico, è quella spirale che ti tira dentro come TikTok di notte quando dici guardo un video e poi sono le 3e47 del mattino.
Nelle relazioni il prezzo è diverso, è diluito. Paghi con attenzioni, con energie, con tempo che non puoi fatturare ma che vale più di ogni euro. La mia ex, ad esempio, pretendeva che ogni domenica andassimo da sua madre per il pranzo. La madre cucinava bene, non è quello, però erano 6 ore ogni volta, che a conti fatti sono 24 ore al mese. Se il mio tempo vale almeno 10 euro all’ora (ed è poco), sono 240 euro “spesi” solo a sorridere al cognato che parlava di pesca subacquea.
Un episodio che non ho mai detto
L’anno scorso, o forse due anni fa, non ricordo bene, avevo litigato con quella ragazza con cui stavo da 7 mesi. La sera stessa, ancora incazzato, ho aperto Escortforum, trovato subito un annuncio erotico interessante, e preso appuntamento.
Era un monolocale vicino alla stazione, puzzava di deodorante per ambienti al limone. Lei portava un completino nero con la spallina un po’ storta. Io ero sudato, nervoso, ho fatto tutto in venti minuti. Ho lasciato 100 euro sul comodino, e sono uscito con la sensazione di aver barato a un esame.
Il giorno dopo però… non ci ho pensato con disgusto. Ci ho pensato come a un calcolo: 100 euro per non litigare, per non discutere, per non spiegare. Mi sembrava quasi giustificato. Poi sono tornato con la mia ragazza, come se niente fosse. E ancora oggi, a scriverlo, mi fa schifo e insieme mi fa pensare che forse l’economia dei sentimenti funziona così: spendi dove ti conviene, menti dove ti costa meno.
App, abbonamenti, abitudini
C’è anche il mondo degli abbonamenti. Tinder Plus: 12,99 al mese. Bumble Premium: 22,90. Poi c’è chi mette soldi in OnlyFans (ho speso 45 euro una volta per seguire una che poi postava solo selfie che aveva già su Instagram, ancora mi rode). Sono costi invisibili, ma se li metti in fila fanno paura.
Una relazione “vera” invece spesso include Netflix condiviso, Spotify Family, viaggi Ryanair a 29 euro, regali Amazon Prime. Tutto sembra parte del “vivere insieme”, ma è pur sempre denaro. Io e la mia ex, in un anno, avevamo speso quasi 900 euro solo di cene fuori. E io manco amo uscire a cena, preferisco la pasta al tonno fatta alle 23 davanti a una serie.
Numeri e persone
Avevo letto (non ricordo dove, forse un sondaggio YouGov o simile) che il 37% degli uomini single italiani sopra i 30 ha pagato almeno una volta per sesso. Non so se è vero, ma suona plausibile. Nei gruppi WhatsApp maschili il tema esce, sempre con la scusa del “un mio amico” che poi capisci che è lui. E i costi medi?
Dicono 80-120 euro a Milano, 50-70 a Napoli, 200 a Roma in certe zone fighette.
Ora, mettici accanto i costi di una relazione: affitto condiviso (500 euro la mia quota quando stavo in coppia), vacanze (una settimana in Puglia = 900 euro volati via), regali vari (orologi, borse, fiori). Ecco che i conti si ribaltano: se uno fa il cinico, ti dice che conviene il sesso a pagamento. Se uno fa il romantico, ti dice che quei soldi in realtà sono investimenti in amore. Io sinceramente non so chi abbia ragione.
Contraddizioni e confessioni
C’è una cosa che non volevo scrivere ma la scrivo lo stesso: a volte penso che preferisco pagare una sconosciuta piuttosto che parlare con la persona con cui sto. Perché parlare è più faticoso che scopare. E lo so che è una frase da pezzo di merda, però l’ho pensato davvero.
Poi due paragrafi dopo mi ritrovo a dire che invece no, niente al mondo vale i messaggi stupidi della mattina, tipo “hai dormito bene?”. Eppure ieri notte alle 2.15 stavo per mandare di nuovo quel messaggio a una escort che conosco. Non l’ho mandato solo perché ero senza contanti. Questo per dire che la logica dei costi non tiene mai fino in fondo.
Una pausa, un ricordo
Mi viene in mente un episodio inutile: una volta, tornando da un appuntamento a pagamento, mi sono fermato a prendere un kebab. Era gennaio, faceva freddo, e ho mangiato quel kebab seduto sul cofano della macchina. Non so perché ma ricordo meglio quel kebab che la faccia della ragazza. Forse perché era reale, caldo, unto. Forse perché il sesso pagato tende a sfumare, diventa un ricordo piatto, mentre il cibo ti resta in gola.
Un’opinione scomoda
Io credo che tante persone restino in relazioni che costano troppo, sia in soldi che in salute, solo per paura di stare sole. E che pagare per sesso a volte sia più onesto che fingere amore. Lo penso davvero. Non lo dico per provocazione. Se la scelta è tra fingere di amare qualcuno per dividere l’affitto e andare ogni tanto con una escort, non so se non sia più pulita la seconda.
E i conti veri?
Se vogliamo proprio fare il calcolo secco:
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Una relazione stabile costa circa 3000-5000 euro l’anno, come minimo (cene, vacanze, regali, spese condivise, imprevisti).
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Il sesso a pagamento, 2 volte al mese a 100 euro, fa 2400 euro l’anno.
I numeri sembrano dire una cosa, ma i numeri non parlano di notti passate insieme, di mani sul divano, di odori di shampoo lasciati sul cuscino. Non parlano nemmeno della nausea che ti viene dopo aver lasciato i soldi sul comodino.
Non so chiudere
Forse tra qualche anno capirò meglio. O forse no.
Adesso, in questo momento attuale, penso che i costi veri non siano né in euro né in ore. Sono nel vuoto che senti quando scendi le scale di un palazzo anonimo dopo un incontro, o nel fastidio di dover comprare l’ennesimo regalo “perché si fa”.
E niente. Forse ho solo fatto male i conti.