Quando si parla di sesso a pagamento, o di erotismo a pagamento, la gente di solito si divide. C’è chi preferisce l’incontro fisico, l’esperienza reale con un’escort, e chi invece si butta su piattaforme digitali come OnlyFans, dove i contenuti sono personalizzati ma mediati da uno schermo. Io ci ho pensato spesso, non tanto perché abbia un capitale da spendere in queste cose (anzi), ma perché mi incuriosisce come la gente faccia i conti tra desiderio, portafoglio e senso di colpa. E, soprattutto, perché entrambe le esperienze promettono la stessa cosa con facce diversissime: intimità.
Indice:
- 1 I soldi spesi “in carne e ossa” con le escort
- 2 I soldi spesi su uno schermo con ragazze Onlyfans
- 3 La questione del tempo
- 4 Costi nascosti
- 5 Intimità vera o finta
- 6 La geografia conta
- 7 Una parentesi inutile (ma non troppo)
- 8 La questione del rischio
- 9 Esperienza personale (mezza)
- 10 L’illusione del controllo
- 11 La differenza culturale
- 12 Numeri e statistiche (non ricordo bene la fonte)
- 13 Questione di orgoglio maschile
- 14 Dove conviene davvero?
I soldi spesi “in carne e ossa” con le escort
Un incontro con un’escort può costare 100 euro o 400, dipende dalla città, dall’aspetto, dall’ora. A Roma una ragazza “normale”… se così si può dire, ti può chiedere 150 € per mezz’ora. A Milano, dove tutto è più caro, anche 250 per lo stesso tempo. La differenza non è solo geografica, è che spesso paghi il contesto, l’illusione di lusso, il fatto che lei arrivi in un appartamento ordinato con lenzuola stirate e bottiglia di prosecco. Una volta un mio amico mi ha detto che aveva speso 300 euro a Firenze, in un hotel vicino alla stazione. Quando l’ho guardato strano mi ha risposto: «Oh, era il compleanno, mi sono fatto un regalo». Non faceva una piega, in realtà.
Ma lì il problema è: una volta finito, è finito. Non resta niente, solo ricordo che si scolora in fretta, tipo sogno che si dissolve la mattina. Sì, puoi ripensarci la sera dopo, ma non hai foto, non hai audio, non hai chat. È consumato e basta. C’è chi apprezza proprio questo: l’esperienza immediata, l’odore del corpo, la pelle, il calore. E io lo capisco. Però i soldi se ne vanno via come un pacchetto di sigarette che fumi in due ore.
I soldi spesi su uno schermo con ragazze Onlyfans
OnlyFans è un altro pianeta. Abbonamenti mensili che vanno da 5 dollari fino a 40, messaggi privati a pagamento, richieste personalizzate che possono costarti 20 euro per un video di due minuti. C’è un meccanismo strano: più spendi, più ti sembra che la persona dall’altra parte ti appartenga un po’. È come se costruissi una relazione. L’altro giorno ho letto di uno che spendeva 500 dollari al mese con una creator americana che gli mandava messaggi vocali tipo “ciao amore mio, ho pensato a te”. In pratica la ragazza faceva la fidanzata digitale.
E poi… c’è la parte paradossale: tu paghi per contenuti che non sono solo tuoi. Lei magari li manda a 10 altri uomini, ma tu fingi che siano esclusivi. Funziona come un filtro psicologico: ci credi perché ti conviene crederci. Però resta. Restano le foto sul telefono, restano le chat salvate, restano i messaggi vocali. Restano troppo forse. Mi è capitato di ascoltarne alcuni in treno, sbagliando cuffie, e di sentirmi un deficiente.
La questione del tempo
Con un’escort il tempo è fisso. Mezz’ora, un’ora, due. Scaduto il tempo, arrivederci e grazie. Non importa se stai parlando bene, se ti piace la conversazione: quando finisce il tempo, lei si alza e se ne va. OnlyFans invece è diluito. Puoi scrivere alle 2 di notte, alle 7 del mattino, il giorno di Natale. Risponderà dopo, ma comunque tu hai sempre quella porta socchiusa. E questo crea dipendenza. Non so se l’avete mai provato, ma è come avere un rubinetto da cui puoi far uscire qualche goccia quando vuoi.
Costi nascosti
C’è un dettaglio che pochi dicono: OnlyFans è pensato per farti spendere gradualmente, come un videogioco free-to-play. Inizi con 9,99 al mese. Poi sblocchi un pacchetto da 15. Poi un video privato a 25. Poi un tip da 5. Alla fine ti ritrovi che hai speso 200 euro in un mese senza nemmeno accorgertene. Con l’escort invece la botta è secca. 200 subito e ciao. Non ci torni ogni giorno, non hai quella sensazione di grattare la carta di credito a rate. E questo a livello psicologico pesa in modo diverso.
Intimità vera o finta
Qui diventa interessante. Un’escort ti dà intimità fisica, che è irripetibile. Il corpo non mente. Però è un’intimità che sai che non ti appartiene. È un servizio, punto. OnlyFans invece ti illude di avere un legame emotivo. Lei ti chiama per nome, ti manda messaggi come se foste in una relazione. Però tu lo sai che non è vero. Allora cosa vale di più? Una bugia fisica che però senti sulla pelle, o una bugia emotiva che ti tiene compagnia per settimane?
Un ragazzo che conosco – uno con la barba sempre in disordine – mi ha detto che aveva smesso di vedere escort per passare a OnlyFans. Diceva che almeno con OF poteva parlare, scambiare due parole, ridere di qualche meme. Poi però si è accorto che stava diventando dipendenza. Alla fine ha speso più di prima e non aveva nessun contatto reale. L’ho rivisto mesi dopo, sembrava dimagrito. Non so se c’entrasse, ma ho pensato di sì.
La geografia conta
A Torino le escort costano meno che a Milano, ma gli appartamenti sono spesso squallidi. A Bologna, ho sentito, c’è un giro molto più “universitario”, con ragazze più giovani e quindi più costose. OnlyFans invece livella tutto: puoi seguire una creator russa, brasiliana o della provincia di Bari allo stesso prezzo. Questa globalizzazione erotica ha reso inutile la geografia, tranne per chi ha bisogno di carne. E carne significa pagare di più nelle città grandi, dove la domanda è alta.
Una parentesi inutile (ma non troppo)
Ho avuto un cugino che si era fissato con una ragazza su OF. Diceva che era “la sua ragazza digitale”. Ci scriveva ogni sera, le raccontava anche cose private, tipo quando litigava con i genitori. A me faceva ridere, ma lui era serio. Spendeva tipo 120 euro al mese. Una volta sua madre ha trovato l’estratto conto e gli ha urlato addosso come se avesse buttato i soldi alle slot machine. E in effetti la logica era quella. Non c’era differenza: investiva in una macchina che ti dà dopamina a gettoni. Mi ricordo ancora la faccia rossa di lui quando me lo raccontò, con le orecchie che gli bruciavano.
La questione del rischio
Con un’escort c’è anche il rischio fisico. Malattie, controlli, gente che ti frega. Ho letto di uno che a Napoli era stato derubato: era entrato in appartamento e dentro c’erano due uomini che lo avevano spogliato e lasciato nudo. Non so se fosse vero, ma non mi stupirebbe. OnlyFans invece ha rischi più psicologici. La carta di credito, la dipendenza, l’isolamento. Non rischi la salute fisica, rischi la testa. Non so quale sia peggio.
Esperienza personale (mezza)
Una volta avevo installato Telegram Premium e mi ero imbattuto in un canale che vendeva link di OnlyFans “sbloccati”. Ho pagato 10 euro con la carta prepagata e mi sono sentito un hacker per mezz’ora. Ovviamente erano link fake, non funzionavano, soldi buttati. Mi sono vergognato come un ladro. Ho pensato: “se devo buttare soldi almeno vado da una vera, almeno mi passa la voglia”. Ma non ci sono andato, e non lo dico per morale, ma perché non avevo abbastanza contanti quel giorno.
L’illusione del controllo
Con OF pensi di avere il controllo: scegli chi seguire, quanto spendere, cosa chiedere. Ma in realtà sei dentro un meccanismo progettato per fregarti. Con un’escort almeno sai subito quanto paghi e cosa ottieni. Il problema è che uno sembra più democratico, più vicino a un videogioco, mentre l’altro è brutale, ti dice: paga o niente. E alla fine a molti piace di più il meccanismo ambiguo che ti fa illudere di decidere.
La differenza culturale
In Italia parlare di escort è ancora tabù, mentre OnlyFans è diventato quasi normale. Ci sono influencer che lo fanno apertamente, ragazze di provincia che si vantano di guadagnare così. Gli uomini si sentono meno giudicati a pagare un abbonamento che a pagare una ragazza dal vivo. E questo cambia parecchio. Spendere 100 euro su OF è socialmente più accettabile che spenderne 100 su una prostituta. Anche se alla fine la logica è identica: compri attenzioni sessuali.
Numeri e statistiche (non ricordo bene la fonte)
Avevo letto un sondaggio, non ricordo dove, che diceva che il 23% degli under 35 in Italia aveva speso soldi almeno una volta su piattaforme erotiche. E che meno del 5% aveva ammesso di andare da escort. Il che non significa che siano meno, solo che è più difficile confessarlo. E mi chiedo: perché ci sentiamo meno sporchi davanti a una transazione digitale? Boh.
Questione di orgoglio maschile
Un amico mi aveva detto una volta: “almeno con OnlyFans non mi sento uno sfigato che va a prostitute”. Poi due mesi dopo mi ha confessato di aver provato un’escort. Diceva che era rimasto scioccato dalla differenza: “cazzo, era reale”. Ma non ha smesso OF. Fa entrambi. Io non gliel’ho detto, ma mi sembrava una cosa quasi schizofrenica. Però forse siamo tutti schizofrenici, in questo.
Dove conviene davvero?
Se vogliamo fare i conti secchi: escort = spesa immediata, esperienza forte, niente residuo. OnlyFans = spesa diluita, esperienza debole ma continua, residuo emotivo. Qual è meglio? Dipende da che tipo sei. Se ti serve lo sfogo, l’escort. Se ti serve compagnia costante, OnlyFans. Il problema è che nessuna delle due ti dà davvero quello che promette: l’intimità vera. Quella non si compra, lo sappiamo tutti, ma continuiamo a provarci.
E qui potrei fermarmi, ma c’è una cosa che non ho detto. Una volta, in piena estate, sudato marcio con la camicia incollata alla schiena, ho aperto OF alle 3:47 di notte. La mia ragazza dormiva nella stanza accanto. Ho speso 15 euro per un video di 30 secondi. Non lo volevo fare, mi sono detto “stavolta basta”, ma l’ho fatto. Non so se valeva. Forse sì, forse no. Però quei 15 euro me li ricordo più dei 200 che ho speso in vacanza a Valencia. E questo, insomma, mi fa pensare che il calcolo non sia solo economico. È un calcolo di solitudine.
E niente, ci ripenso ancora.