Parlare di escort non è semplice, per niente quindi parto con le prime cose che mi vengono in mente. C’è chi lo fa con sorrisino complice, chi con tono da moralista, chi facendo finta che non esista. Io non so bene come posizionarmi, a dire il vero. Ci sono cose che ho visto, altre che ho sentito dire, un paio che… lasciamo stare. Però, se parliamo di errori da evitare, mi sento di scriverne, perché certe situazioni non le auguro a nessuno.
E poi diciamolo subito: la prima cazzata che fanno tanti è credere che sia “solo sesso a pagamento” e che finisce lì. Non è vero. Non è MAI solo quello. C’è logistica, c’è comunicazione, ci sono regole implicite che se sbagli una volta non te lo scordi più.
Indice:
- 1 L’errore del telefonino (più banale di quanto sembri)
- 2 I soldi messi male
- 3 L’illusione del feeling
- 4 Questione di igiene (non è un dettaglio)
- 5 L’errore del “voglio tutto”
- 6 Le recensioni online
- 7 La discrezione che manca
- 8 Divagazione inutile ma vera
- 9 Attenzione all’alcol
- 10 Non sottovalutare la lingua
- 11 Episodio concreto che ancora mi pesa
- 12 Le app e il digitale
- 13 Dettaglio fuori posto
- 14 Un’opinione che farà discutere
- 15 Dati buttati lì
- 16 Una chiusura che non chiude
L’errore del telefonino (più banale di quanto sembri)
Ti faccio un esempio. Un mio amico, non faccio nomi, ma so che abita a Bologna e aveva un Samsung vecchio con la cover rotta una volta prenotò un incontro e si dimenticò di silenziare WhatsApp. A metà “sessione”, arriva la notifica vocale della moglie. Volume a palla. È rimasto pietrificato. La escort lo guardava come se stesse pensando “poveraccio”. E infatti la serata si è spenta in due minuti.
Sembra banale, ma non lo è. Portarsi dietro il telefono acceso, o peggio ancora iniziare a rispondere ai messaggi durante l’incontro, è una delle cose più offensive che puoi fare. Non tanto per la privacy, che pure conta, ma per il rispetto minimo verso la persona che hai davanti.
I soldi messi male
Questo è un altro classico. Non tirare fuori banconote stropicciate, buttate sul comodino come se stessi pagando il parcheggio. Una volta, a Milano, ho visto uno che appoggiò i 200 euro sotto il pacchetto di sigarette. Lei li prese con due dita come si prende una carta igienica usata. Brutto da vedere.
E qui non è questione di fare il cavaliere. È questione di dignità anche per evitare che le cose prendano una piega sbagliata fin dal principio… Per questo i soldi si preparano prima, ordinati, possibilmente contati giusti, senza far partire sceneggiate tipo “aspetta che vado al bancomat”. Perché già quello ti mette in una luce sfigata, e la serata è compromessa.
L’illusione del feeling
Capita, insomma, che qualcuno scambi la gentilezza professionale per innamoramento. Succede più spesso di quanto pensi. Ti fai due chiacchiere, lei ride a una battuta mediocre, ti sfiora il braccio, tu credi che ci sia “qualcosa di più”. No, quasi sempre no. È parte del gioco.
Io stesso ci sono cascato. C’era una ragazza rumena, si chiamava credo Andreea o Alina, non ricordo bene, capelli neri lucidissimi, parlava un italiano con accento dolce. Dopo la terza volta che ci siamo visti mi sono convinto che ci fosse un legame speciale. Le ho scritto fuori orario, messaggi lunghi, lei ha smesso di rispondere. È stata una bella doccia fredda, anche un po’ umiliante.
Quindi errore da evitare: confondere il lavoro con l’affetto. Non è detto che non possa succedere davvero, ma non darlo mai per scontato.
Questione di igiene (non è un dettaglio)
Sembra ridicolo doverlo dire, ma capita. Una doccia prima è obbligatoria. E non solo doccia, pure denti, alito, mani pulite. Una volta a Roma, in zona Appio Latino, ho incrociato un tizio che usciva da un appartamento e puzzava di sudore acido, tipo palestra dopo due ore di calcetto. Immagina che esperienza per lei.
Qui la regola è semplice: se non sei a posto tu, rovini tutto. E non basta il deodorante spruzzato sopra, quello è peggio.
L’errore del “voglio tutto”
Ci sono uomini che appena entrano chiedono subito servizi non previsti, magari senza nemmeno trattare. È un errore doppio: mancanza di rispetto e rischio concreto di discussioni spiacevoli. Un mio conoscente – chiamalo pure Luca di Verona – si è trovato letteralmente buttato fuori dalla stanza a metà. Perché insisteva con pratiche non pattuite.
Le regole di base: si concorda prima, non durante, e si rispettano i limiti. Semplice. Ma molti fanno finta di non capire.
Le recensioni online
C’è un mondo parallelo di forum, siti, chat su Telegram dove girano “recensioni” delle escort. Sembrano TripAdvisor del sesso. Qui ci sarebbe da aprire una parentesi infinita, perché alcune sono palesemente false, altre scritte da rivali, altre da clienti troppo coinvolti. Io ho letto robe assurde, tipo “esperienza mistica, sembrava la mia anima gemella”. Poi arrivi e trovi una persona che fa il suo lavoro con professionalità ma senza magia.
Errore: fidarsi ciecamente delle recensioni. Sono utili, sì, ma vanno prese con le pinze.
La discrezione che manca
Un’altra cosa che rovina tutto è parlare troppo. Soprattutto con amici. “Ieri sono stato con una escort di Milano, ti passo il numero…” No. Ti stai scavando la fossa. Non tanto perché gli amici non ti capiscono (magari sì, magari no) ma perché la voce gira, e quando meno te l’aspetti finisce dove non dovrebbe.
Io ho commesso questo errore una volta. L’ho raccontato a uno di Senago, convinto fosse discreto. Tre settimane dopo una tipa che frequentavo casualmente mi chiese “ma davvero vai con le escort?”. Non chiederò mai come aveva fatto a saperlo.
Divagazione inutile ma vera
C’entra poco, ma voglio scriverlo. Una volta ho preso un taxi a Cagliari alle 23.30, autista anziano, e lui, senza che io dicessi nulla, iniziò a raccontarmi delle “ragazze” che stazionavano in certe zone. Parlava con naturalezza, come se fosse un servizio comunale. Mi colpì quella normalità. Forse l’errore più grande che facciamo è fingere che tutto questo mondo sia nascosto, quando in realtà lo conoscono tutti, dai tassisti agli studenti Erasmus.
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Attenzione all’alcol
Non presentarti ubriaco. Pare ovvio, ma c’è chi lo fa. Ubriaco perdi lucidità, fai richieste strane, magari anche violente. Non è solo irrispettoso, è pericoloso. Una escort con cui ho parlato una volta (era a Perugia, zona stazione) mi disse che i clienti peggiori erano quelli che arrivavano con due o tre birre di troppo. Lei ne aveva allontanato uno a calci.
Quindi, se devi bere, bevi dopo. Non prima.
Non sottovalutare la lingua
La comunicazione conta. Se lei parla poco italiano, sforzati di essere chiaro. Evita battute complicate, giochi di parole che non capirebbe. A volte basta un “ciao” con sorriso sincero per rompere il ghiaccio. Inutile partire con frasi poetiche che non arrivano. Ho visto gente rovinare tutto per un equivoco linguistico.
Episodio concreto che ancora mi pesa
Un episodio che mi porto dietro: anni fa, credo fosse 2021 o 2022, andai in un appartamento in zona Treviso. Entrai di fretta, non guardai neanche la ragazza in faccia, le allungai i soldi, mi tolsi le scarpe di corsa. Lei mi fermò e mi disse, con voce ferma: “Puoi almeno salutarmi?”. Mi sono sentito una merda. È durato mezz’ora l’incontro, ma quella frase me la ricordo più di tutto.
Errore da evitare: trattare una persona come un oggetto. Anche se paghi, resta sempre una persona.
Le app e il digitale
Ormai il contatto passa molto da WhatsApp, Telegram, Signal. Alcune hanno siti con chat integrate, altre usano solo email. L’errore comune è pensare che sia tutto anonimo e sicuro. Non lo è. Screenshot, backup automatici, notifiche che spuntano a caso: rischi enormi. Ho visto uno che aveva sincronizzato Google Foto, e le immagini di profilo delle escort gli erano finite nell’album famiglia condiviso. Panico.
Dettaglio fuori posto
Sto scrivendo e mi accorgo che continuo a pensare al colore dell’asciugamano blu che avevo visto in un appartamento a Vicenza. Non c’entra nulla, ma era di un blu acceso che stonava con tutto il resto della stanza beige. Mi è rimasto impresso più dell’incontro. Vabbè, chiudo parentesi.
Un’opinione che farà discutere
Molti dicono che le escort “liberano” la sessualità maschile, che sono utili per chi non ha relazioni. Io non sono così convinto. A volte ho la sensazione che creino dipendenza, che diventi più facile pagare piuttosto che affrontare la fatica di una relazione vera. Non so se sia giusto o sbagliato, ma io stesso ci sono cascato. E non lo dico con orgoglio.
Dati buttati lì
Mi ricordo di aver letto un sondaggio, forse era YouGov o forse no, che diceva che il 18% degli uomini italiani aveva avuto almeno un incontro a pagamento. Non so se sia attendibile, ma la cifra mi è rimasta in testa. Anche perché nessuno lo ammette. Nessuno mai.
Una chiusura che non chiude
Potrei fare una lista ordinata di errori: mancanza di rispetto, soldi gestiti male, illusioni sentimentali, scarsa igiene, zero discrezione. Ma non è questo il punto. Il punto è che quando ti muovi in questo mondo, basta un piccolo passo falso per rendere l’esperienza imbarazzante, penosa o addirittura pericolosa.
Eppure, nonostante tutto, so che molti continueranno. Anch’io, forse, anche se giuro ogni volta che non lo farò più.
E niente, ci ripenso ancora a quella volta del saluto mancato.
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